Nel paese dei MARmocchi la vita scorreva tranquilla come in qualsiasi altro paese.
I bambini andavano a scuola, gli adulti andavano a lavorare, i nonni si dondolavano sulle sedie aspettando la sera per raccontare vecchie storie. L’unica cosa strana era
che tutto questo accadeva cinque chilometri sotto il mare.
Lì si erano rifugiati gli abitanti del villaggio di Mock che era stato occupato da un
tiranno crudele. Il tiranno non permetteva che si facessero feste perché odiava
la musica, le risate e le lucine colorate. Insomma: odiava la gente felice!
Aveva proibito anche il Natale, con la scusa che era una festa troppo costosa, e che bisognava risparmiare per costruire a Mock il grattacielo più alto del mondo. Per questo
un giorno, di comune accordo, tutti i Mocchi (così si chiamavano gli abitanti di Mock) decisero di traslocare sott’acqua. Da quel giorno vennero chiamati i MARmocchi.
Nelle valigie misero solo i dischi, i libri, le luci, le foto e i costumi da bagno. E partirono. Erano tristi: non avrebbero voluto lasciare le loro case, ma neanche volevano stare senza compleanni e senza carnevali.
Ognuno riprese la sua attività. Ora i nonni non raccontavano più storie vecchie, ma ricordavano a grandi e piccini di quando si viveva ancora sulla Terra, e non di come era vivere durante la Guerra. Descrivevano il calore del sole, la luce della luna, la pioggia che bagnava i fiori e il fuoco che si accendeva la sera per mettersi tutti intorno ad ascoltare le favole. Così nessuno avrebbe dimenticato.
Sotto il mare non c’erano il sole, la luna, le stelle... ma tutti erano liberi. Di ridere, di ballare, di festeggiare e di accendere musica e lucine.
Venne dicembre, e i bambini iniziarono a chiedere: “Come farà Babbo Natale a mettere i regali sotto l’albero se l’albero non c’è?”. Le mamme e i papà non sapevano rispondere. All’albero e a Babbo Natale proprio non avevano pensato!
Poi un giorno il vecchio più vecchio di tutti, che stava fumando la sua pipa ad acqua, sentì una risatina: con una bolla di fumo aveva fatto il solletico a una stella marina che passava di lì.
“Che simpatica!”, pensò il nonno, e chiese a Stella se le avrebbe fatto piacere passare il Natale coi MARmocchi. “Così, forse – pensava – i bambini si consoleranno”.
“Cos’è il Natale?”, chiese Stella, che non ne aveva mai sentito parlare. Il nonno prese un album di fotografie e mostrò alla sua nuova amica di cosa si trattava. Le spiegò che secondo la tradizione a Natale si prepara un albero pieno di colori e che sotto l’albero i bambini gentili trovano dei regali.
“Per essere sinceri – sorrise il nonno - alla fine ce li trovano anche quelli che sono un
po’ capricciosi, perché i bambini in fondo sono tutti buoni”.
“Quanti colori!”, esclamò Stella. “Ma come mai ci sono dei pesci palla su quel coso
verde?”
“Ah ah!”, rise il nonno dei nonni. “Ma non sono pesci, sono decorazioni! E quello è un abete. È l’albero di Natale! ... ma quest’anno non ci sarà Natale per noi, perché qui non esistono alberi”, concluse tristemente.
“Ne inventeremo uno!”, proclamò Stella tutta contenta della novità e volò via come una
farfallina marina.
Il giorno dopo ci furono visite a MARmock. Il nonno si affacciò alla finestra della sua stanza e vide una nuvola colorata e frizzante che si stava avvicinando. Dentro c’erano meduse violette, cavallucci azzurri, polipetti rossi, granchiolini rosa, ricci neri e arancioni e pesci palla gialli. Tutti insieme portavano un tronco d’albero.
“Lo abbiamo trovato abbandonato sulla spiaggia!”, disse felice Stella, che era la caposquadra.
Tutti i MARmocchi uscirono fuori e piantarono nella sabbia il loro albero, mentre gli amici delle onde riempivano ogni pezzo di corteccia con colori e forme incredibili. Cari bambini, non avreste creduto ai vostri occhi! Le meduse si attorcigliarono sui rami, le stelle marine si misero a inseguirsi formando una costellazione imprevista, i pesci palla vollero anche loro trovare un posticino nella giostra. I bambini furono felicissimi del nuovo albero, Babbo Natale portò i regali e fu la festa più bella che si fosse mai vista, sotto il mare ma anche sulla terra.
I MARmocchi diedero un nome a tutti i nuovi amici:
il più dolce fu chiamato MARmellata
il più indisciplinato MARachella
il più delicato MARgherita
quello con la testa più dura MARtello
il più rispettoso delle leggi MAResciallo e così via...
Una mattina, passato il Natale, fu proprio MAResciallo, durante uno dei suoi giri di controllo, ad avvistare una bottiglia che galleggiava sull’acqua. Dentro c’era un biglietto che diceva così:
Il tiranno si è annoiato senza nessuno da sgridare ritornate su dal mare al villaggio il sole è tornato.
I MARmocchi si guardarono smarriti. Erano liberi di tornare a Mock! Solo che adesso anche la vita sotto il mare cominciava a piacergli... ma il sole e le stelle mancavano a tutti un bel po’. Si riunirono per prendere una decisione, stavolta anche con i nuovi amici marini, e scelsero di fare ritorno a casa ma con la promessa che si sarebbero incontrati tutti almeno una volta all’anno, in primavera, nel giorno del Pesce d’Aprile, per farsi scherzi e divertirsi insieme.
Però, da allora, il Natale si continua a festeggiare anche cinque chilometri sotto il mare.